Marinai, donne e guai

E' il titolo di un film, ma ho visto con i miei occhi che è quello che succede davvero. Per esempio, a Barcellona.

Arrivati in porto, ormeggiamo vicino alla riproduzione della "Santa Maria" (che piccola!! E quelli ci attraversavano l'oceano!!). Scendo a terra solo la mattina dopo, presto, per fare una colazione diversa da quella della nave. Entro in un bar sul molo, giusto di fronte alla nave. Dentro c'è uno spagnolo, ubriaco di prima mattina, che appena mi vede con la divisa italiana si mette a dire quanto è bella la Juan Sebastian de Escano, la loro nave scuola, e quanto è brutto il Vespucci; ovviamente parla in spagnolo. Posso forse lasciarlo stare, tanto è ubriaco? Manco per niente, io sono del Vespucci e rispondo, a voce più alta della sua e ovviamente in italiano. Insomma, un bel litigio in piena regola. Non siamo arrivati alla rissa; non me lo sarei potuto comunque permettere, in divisa da ufficiale. Dopo, ripensandoci, mi ha fatto venire in mente le scenette dei film comici nelle quali i marinai litigano per niente. E' proprio vero.

Tanto per chiudere in bellezza, l'ultima notte in porto, sempre a Barcellona, che era anche l'ultima notte prima della navigazione conclusiva che ci riportava in Italia, ne succede un'altra. Ero di guardia io. In Accademia c'è una mania estrema per la puntualità; se uno rientra con 1 MINUTO di ritardo da una franchigia si prende 1 giorno di consegna. Il rientro era previsto per le 23 o giù di li e all'ora prevista tutti erano rientrati.

Tranne uno.

Era pure uno dei migliori, non mi ricordo più come si chiamasse, ma era tra quelli per i quali si profetizzava una brillante carriera. Se lo avessi messo a rapporto sarebbe stato punito, e questo poteva significare fare un danno al suo futuro. Decido di aspettare un po'.
23.30: non si vede.
24.00: niente.
Dovrei avvertire il Comandante alla classe; se sto zitto sono io che rischio seriamente, perché non posso non essermi accorto del mancato rientro (c'è un registro con nomi e ore di imbarco, tenuto da un allievo, e anche lui sa esattamente come me come stanno le cose). Tanto peggio, ho deciso di aiutarlo e non cambio idea. Ma che fifa... Può avere avuto un incidente, può essere in ospedale, può essere scappato, può aver fatto qualsiasi cosa.
00.30: sto rischiando un guaio serio e oramai mi sono "alterato nell'umore". Sto alla murata guardando il molo, dove non c'è assolutamente nessuno.
00:45: vedo uno in divisa da allievo che arriva da lontanissimo, tutto di corsa.
Ufffaaaa, meno male!
Arriva trafelato, sale il barcarizzo e, come da regolamento, si presenta sull'attenti e con la mano al berretto in perfetta posizione di saluto. Ha la faccia veramente spaventata:
"Allievo prima classe SM Tal dei Tali...."
Non lo lascio finire: "Sta' zitto!! Si può sapere che xxxxx è successo????"
Lui tace per un decimo di secondo, poi cambia espressione (quella di un bambino beccato con le mani nella marmellata) e dice: "Mi sono addormentato..."
Questa non me l'aspettavo. Chiedo: "Da solo o in compagnia?"
"In compagnia..."
"Sparisci, idiota!"
Lui scompare istantaneamente e io dico all'allievo di guardia di scrivere che è rientrato in orario. Chissà se se ne ricorda ancora